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Curiosità sulla razza

Dai tempi antichi i cavalli divini erano usati come doni politici. L’imperatore persiano Ciro sposò Astyages, una figlia del re della Media, per guadagnare l’accesso ai cavalli della Bacria , che non era in grado di ottenere con la forza. Alessandro il grande, attraverso il suo matrimonio con Roxana, la figlia del re della Bactria, acquistò i cavalli più veloci e valorosi del suo tempo.
E’ grazie a loro che ottenne gran parte dei suoi successi in battaglia. I cinesi, sotto l’imperatore Wu, nel 103 A.C., iniziarono persino una guerra per ottenere quei cavalli. Probo, un imperatore di Roma, è conosciuto per essersi presentato con un cavallo akhal-tekè che poteva percorrere la distanza di 150 km. al giorno per persino10 giorni a fila.
Alessandro il Grande, Dario il Grande – il condottiero persiano e re dei re- Genghis Khan, e il suo rivale Dzhelaletdin, un nazionale Seljuk turkmeno che costrinse Genghis Khan a trovare un’idea per una crociata in India, i sovrani di Parpha, Mongolia e Turchia, sono tutti conosciuti per avere usato il dorato cavallo divino nelle loro campagne militari. Marco Polo pagò dei tributi per i cavalli turkmeni. Egli scrisse che il Turkmenistan stava producendo dei magnifici cavalli grandi che venivano venduti per 200 libbre ognuno. Marco Polo tracciò la discendenza dell’akhal-tekè da Bucephalos, lo stallone leggendario di Alessandro il Grande. L’affetto di Alessandro per quel cavallo era materialmente evidente. Alla morte del suo stallone, Alessandro interruppe la sua campagna per erigere una tomba di ricordo in suo onore, che esiste tuttora in Pakistan.

Origine del nome

Selezionata nei secoli dalle asprezze del terreno e del clima così come dalle esigenze dell’uomo - nomade, pastore, combattente - la razza, che deve il nome al popolo dei Teké, loro primevi allevatori, e dall’oasi di Akhal, una delle più importanti tra i monti del Kopet Dag e il deserto del Kara Kum ( Turkmenistan) , si è evoluta nei millenni chiamandosi: Massaget, Parthian, Nisean, Persian, Turkmeno e finalmente, Akhal Teké.

La culla d'origine dell'AT è un'oasi prospera, sorta in mezzo al deserto del karakum, la valle dell'Akhal, il cui capoluogo reca un nome, Ashkabad, traducibile con " città dell'amore". Questo paradiso è il feudo di una tribù turcomanna, i Tekè, poco numerosi ma noti da sempre per la qualità dei loro ricami, monili, tappeti.... e cavalli! Il nome deriva dal popolo guerriero dei TEKE che selezionando nei secoli per il loro lavoro giornaliero , nelle ristrettezze e nei rigori del deserto del KARA-KUM, con il duro combattimento in guerra , ha forgiato questa meravigliosa razza .

Il mantello dai riflessi metallici

è una delle caratteristiche che contraddistinguono l'Akhal-Tekè, esso si presenta con magnifici riflessi metallici, che variano dai dorati, argentei o bronzei. Questo non solo è dovuto alla pelle molto sottile e ai peli corti e morbidi come la seta, ma anche alla costituzione del pelo stesso, che ha la punta simile a un microscopico tubicino cavo, quasi trasparente. Questo aumenta la protezione contro il freddo e aiuta a riflettere la luce, dando appunto un bellissimo riflesso cromatico; sull'argomento sono in corso studi e ricerche. ( Franco Faggiani 1999 ).